Questo articolo è interamente tratto da www.ciboecibo.it e tratta di un tema che mi sta molto a cuore: l'obesità infatile e le cattive abitudini alimentari. Sono convinta che dobbiamo divulgare il più possibile queste informazioni per sensibilizzare le mamme dei rischi in cui potrebbero incorrere i nostri figli se mangiano alimenti non giusti.
Il
cibo dell'uomo
di
Franco Berrino
Direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva
Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori
Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori
La
più grande sconfitta della scienza medica della nutrizione è probabilmente
l'obesità. Alcuni anni fa i nutrizionisti americani, riuniti in una conferenza
dove cercavano di raggiungere il consenso sul trattamento ottimale e sulla
prevenzione dell'obesità, hanno riconosciuto il loro insuccesso e dichiarato
la loro impotenza: l'obesità continua ad aumentare e gli obesi che
riescono a dimagrire quasi inevitabilmente recidivano e tornano ad essere
grassi. L'obesità è un problema in sé, ma anche perché chi è sovrappeso
si ammala di più di malattie di cuore, di diabete, e di molti tumori. In
teoria per dimagrire è sufficiente mangiare poco: la scienza dell'alimentazione
vorrebbe che per ogni sette calorie a cui si rinuncia a tavola si dovrebbe
perdere un grammo di ciccia, ma in realtà le cose sono più complicate. Da che
mondo è mondo, l'uomo si è sempre scontrato con il problema della fame, ma solo
da
pochi decenni sta scontrandosi con il problema di aver troppo da mangiare. La nostra fisiologia, quindi non è attrezzata per difenderci dall'obesità.
Quando perdiamo peso, anzi, l'organismo mette subito in atto degli automatismi protettivi che cercano di impedirci di perderne ulteriormente: inavvertitamente tendiamo a ridurre il dispendio energetico riducendo l'attività fisica, producendo meno calore, migliorando l'efficienza metabolica. È come se l'organismo si preparasse al peggio, al rischio di carestia. Infatti, chi si mette seriamente a dieta, in genere riesce a perdere anche molti chili in pochi giorni ma poi, pur continuando a mangiare la stessa dieta ipocalorica, non dimagrisce
più, e per mantenere il peso raggiunto deve mangiare meno di chi quel peso l'ha sempre avuto; almeno fino a quando l'organismo non si sarà assestato ad un altro livello di equilibrio, ma ciò può richiedere molto tempo.
pochi decenni sta scontrandosi con il problema di aver troppo da mangiare. La nostra fisiologia, quindi non è attrezzata per difenderci dall'obesità.
Quando perdiamo peso, anzi, l'organismo mette subito in atto degli automatismi protettivi che cercano di impedirci di perderne ulteriormente: inavvertitamente tendiamo a ridurre il dispendio energetico riducendo l'attività fisica, producendo meno calore, migliorando l'efficienza metabolica. È come se l'organismo si preparasse al peggio, al rischio di carestia. Infatti, chi si mette seriamente a dieta, in genere riesce a perdere anche molti chili in pochi giorni ma poi, pur continuando a mangiare la stessa dieta ipocalorica, non dimagrisce
più, e per mantenere il peso raggiunto deve mangiare meno di chi quel peso l'ha sempre avuto; almeno fino a quando l'organismo non si sarà assestato ad un altro livello di equilibrio, ma ciò può richiedere molto tempo.
Cosa fa ingrassare?
Nella dieta sono soprattutto i grassi che fanno ingrassare.
A parità di peso, i grassi forniscono più energia delle proteine e dei
carboidrati - 9 contro 4 calorie per grammo - e chi mangia cibi
grassi tende a mangiare di più di chi mangia cibi magri. Anche chi mangia molti
zuccheri e farine raffinate tende ad ingrassare specie se associati ai grassi.
Gli zuccheri infatti fanno aumentare i livelli ematici di insulina, che se da
un lato fa sì che gli zuccheri vengano bruciati, dall'altro favorisce
l'immagazzinamento dei grassi in eccesso nel tessuto adiposo.
La soluzione è mangiare meno grassi animali, meno zuccheri, più verdure, più semi e cibi integrali. I cibi integrali aiutano chi vuole dimagrire, perché da un lato le fibre che contengono, rigonfiandosi nello stomaco e nell'intestino, danno un maggior senso di sazietà, e dall'altro favoriscono un assorbimento lento e graduale degli zuccheri, prevenendo cadute dei livelli di glucosio nel sangue (la glicemia) che farebbero aumentare il senso di fame.
La soluzione è mangiare meno grassi animali, meno zuccheri, più verdure, più semi e cibi integrali. I cibi integrali aiutano chi vuole dimagrire, perché da un lato le fibre che contengono, rigonfiandosi nello stomaco e nell'intestino, danno un maggior senso di sazietà, e dall'altro favoriscono un assorbimento lento e graduale degli zuccheri, prevenendo cadute dei livelli di glucosio nel sangue (la glicemia) che farebbero aumentare il senso di fame.
Un circolo vizioso molto comune
Chi
invece mangia zuccheri e farine raffinate
(ad esempio fa colazione con
caffelatte zuccherato, biscotti e marmellata) va incontro ad un rapido aumento della glicemia che determina un'immediata iperproduzione pancreatica di
insulina che a sua volta fa abbassare la glicemia, determinando un senso di
fame che porta ad introdurre nuovamente
zuccheri (il cappuccino con il cornetto
zuccheri (il cappuccino con il cornetto
a metà mattina) che però fanno immediatamente rialzare la glicemia quindi
l'insulina, determinando una nuova fase di ipoglicemia (per cui si arriva a
pranzo con il buco nello stomaco) e cosi via in un circolo vizioso che alla
lunga può portare all'obesità.
E allora che si fa?
Per interrompere questo circolo vizioso e assestare
l'equilibrio dell'organismo su un peso più basso, non basta mettersi a
dieta ipocalorica per qualche settimana, occorre mettersi a mangiare bene e
non smettere più. Non c'è bisogno di far la fame né di rinunciare ai
piaceri della tavola, ma occorre rieducare il gusto (riscoprire i gusti
semplici) e le abitudini corrotte dalla pubblicità, senza fretta, ma con
determinazione.
È utile cominciare riscoprendo le ricette della dieta
mediterranea povera, avvicinandosi alle ricette macrobiotiche, variando molto
però i menu. Se a colazione piace il latte, un giorno si potrà mangiare
latte di mucca, ma gli altri giorni latte di soia (per abituarsi al gusto è
consigliabile mescolarlo con un succo di frutta, o di carota, o con il muesli o
con i fiocchi di cereali), latte di mandorle, latte di riso o di avena, con
pane integrale, marmellate senza zucchero, frutta fresca e secca. A pranzo si
può iniziare con una zuppa, o d'estate con un'insalata, che può essere ogni
giorno diversa, e far seguire una pasta o un riso integrale con le verdure (la
pasta e il riso ci forniranno gli zuccheri da bruciare per tutto il resto del
giorno). A cena sarà bene invece fornire un po' più di proteine, ad esempio un
piatto di cereali e legumi integrali, oppure raffinati sotto forma di seitan e
tofu, oppure pesce, più raramente uova, o carne (meglio bianca), o formaggio
fresco; il tutto accompagnato da verdure (poco) cotte o zuppa di verdure.
Meglio non mangiare la frutta a fine pasto (che può fermentare e rallentare la
digestione), ma possiamo mangiarne fra i pasti o prima dei pasti.
Questi principi alimentari aiuteranno a prevenire e a curare innumerevoli disturbi intestinali e squilibri metabolici e ormonali che caratterizzano l'uomo contemporaneo.
Questi principi alimentari aiuteranno a prevenire e a curare innumerevoli disturbi intestinali e squilibri metabolici e ormonali che caratterizzano l'uomo contemporaneo.
E molto probabilmente aiuteranno a prevenire molti
tumori.
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