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sabato 26 aprile 2014

I nostri figli






Più passano gli anni e più mi rendo conto nettamente che siamo lo specchio dei nostri genitori e che i nostri figli saranno, o sono già probabilmente, il nostro specchio.
Sono quello che noi gli insegniamo e percorrono le strade che noi gli indichiamo.  Certo, a volte sbagliamo, perché il mestiere del genitore è difficile e nessuno ce lo insegna. 
Però, secondo me, abbiamo un obbligo morale e civico, insegnare loro le regole del comportamento nella società civile, il rispetto incondizionato per le persone, la salvaguardia dell'ambente e del territorio in cui vivono.
Ma sempre più spesso mi rendo conto che non è così.
Alcuni genitori cercano di plasmare i figli a loro immagine e somiglianza o ad indirizzarli verso scelte che a loro sono state negate. Dobbiamo lasciargli lo spazio di esprimersi per quello che amano fare. Possiamo consigliare, parlare ma mai forzare la mano verso il loro futuro.
Il difendere sempre i propri figli a spada tratta può essere giusto, ma forse giustificarne il comportamento sempre e comunque a discapito degli altri non è etico.
Etica! Che parolona!! Di questi tempi, poi, sembra proprio che non la si usi più, anche se senza un codice etico non si può far parte di una società civile.
Insegniamo ai nostri figli a camminare con le loro gambe, a cavarsela da soli, apriamo le loro menti con la conoscenza e con nuove esperienze formative, facciamo sì che queste nuove generazioni affrontino il futuro consapevolmente.
Tutto quello di cui li circondiamo oggi è solo fumo negli occhi.
Insegniamogli ad essere  concreti e, forse, avremo la speranza di una società migliore di quella in cui stiamo vivendo oggi.
Vi propongo una poesia del filosofo  Gibran, già l'ho pubblicata tempo fa sulla pagina FB di Bambini Curiosi, ma che rileggo sempre volentieri, per ricordare anche a me stessa qual'è la strada da seguire.


" I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono figli e figlie della sete che la vita ha di se stessa.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi, benchè vivano con voi non vi appartengono.

Potete donare loro l'amore ma non i vostri pensieri: essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime: esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi: la vita procede e non si attarda sul passato.
Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccati in avanti.
L'arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito, e vi tende con forza affinchè le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell'Arciere; poichè come ama il volo della freccia, così ama la fermezza dell'arco."


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