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mercoledì 3 settembre 2014

L'Intarsio Sorrentino



L'intarsio consiste nel tagliare e assemblare dei piccoli pezzi di legno  con varie forme e colori. Tagliati e sagomati in base al disegno da riprodurre, accostati, realizzano mosaici, motivi ornamentali o figure.

L’origine dell’intarsio Sorrentino risale all’epoca dei monaci Benedettini, che risiedevano nel monastero di S.Agrippino in Sorrento tra il 500 e il 600.
Eseguivano i lavori di intarsio ed intaglio nei loro laboratori, usando legni di produzione locale come il noce, il limone e il legno d'arancio.

 Antonino Damora e Luigi Gargiulo sono senz'altro i primi maestri dell'intarsio: grazie a loro, la tarsia (dall'arabo tarsi) diventò una voce importante nell'economia locale dal momento che lavoravano a Sorrento che era un importante centro di villeggiatura, dove ebbero la possibilità di sottoporre la loro arte ad un quantitativo enorme di persone.Verso il 1845 la loro fama giunse sino alla casa Reale dei Borbone a Napoli, dato che Francesco I di Borbone invitò Antonino Damora e gli fece restaurare tutti i mobili del Palazzo Reale.


Per ottenere le sfumature venivano impiegate tutte le essenze di legno naturali. L'effetto chiaro-scuro a volte è dato dall'impiego di diversi legnami come agrifoglio, arancio, limone, palissandro, castagno, noce, ulivo, fico, quercia, nespolo, mogano, pero, ciliegio, ma anche dall'accostazione con altri materiali come l'ottone, la madreperla, l'avorio, l'osso o la tartaruga, oppure dalla colorazione artificiale del legname. Invece l'ossatura (il corpo del mobile) era di solito in ulivo o in noce, più raramente in castagno.

La colorazione si otteneva facendo bollire le essenze (i legni) che venivano usate per la tarsia nelle misture di colore. Nel Settecento per ombreggiare i disegni usavano tre tecniche di colorazione: quella con acidi, che abbandonarono presto, quella con la sabbia rovente e quella a bulino. 

Altri tipo di tecnica di colorazione fu usata nel 1850 a Sorrento: utilizzavano l'acquerello o facevano dei ritocchi a bulino o con il pennino a china.






Ancora oggi a Sorrento all'istituto d'arte si insegna ai ragazzi questa antica tecnica di lavorazione del legno,  anche se , purtroppo, negli ultimi 20 anni, le botteghe degli artigiani sono state rimpiazzate da negozi di souvernirs. 
Mi ricordo quando iniziarono ad arrivare le scatole intarsiate fatte dai cinesi; costavano un terzo e, ad occhi inesperti,  sembravano uguali, per cui il mercato dell'artigianato subì un grave crollo.
Oggi si sta riscoprendo questa antico mestiere e a Sorrento c'è addirittura un museo privato dedicato alla Tarsia, con pezzi splendidi.







Un'escursione alla scoperta di questa antica arte l'abbiamo organizzata anche nel corso delle nostre incursioni sul territorio, per far conoscere ai nostri bambini questa grande eredità del nostro passato.
Abbiamo prima visitato il museo della Tarsia Lignea accompagnati da Lucio, uno studioso del territorio, e poi ci siamo recati ai vecchi bastioni della città dove è stato allestito da qualche anno un laboratorio/mostra e dove grazie ad amici artigiani i bambini hanno assistito alla lavorazione dell'intarsio ed hanno prodotto loro stessi dei lavori con il legno.



Mi colpisce sempre l'entusiasmo dei bambini quando si tratta di lavorare manualmente, ma mi stupisce ancora di più l'entusiasmo delle mamma che si mettono in gioco e partecipano attivamente ai laboratori.







Le energie positive che nascono durante le nostre gite, sono il motore che mi spinge  a fare sempre meglio per i miei piccoli amici.



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