In una società dove il consumismo è il fattore dominante, l'obsolescenza programmata è semplicemente un modo per abbreviare la durata dei beni di consumo e per aumentare la domanda di prodotti. Complicato?? Non proprio.
Quando le aziende realizzarono che il mercato era saturo iniziarono a studiare strategie per poter sviluppare prodotti che non durassero per troppi anni, ma che era necessario sostituire dopo un certo periodo. Vi è mai capitato di sentirvi dire " fate prima a comprarlo nuovo che a ripararlo???" A me è successo diverse volte, con il televisore , il ferro da stiro e qualche altro piccolo elettrodomestico. Costava di più il pezzo di ricambio che il modello nuovo. Ma com'è possibile??
Perchè noi consumatori dobbiamo essere spinti a ad acquistare nuovi prodotti.
Ma come si può programmare la durata di un bene??
Esistono almeno tre forme di obsolescenza programmata:
L'obsolescenza produttiva, dove le aziende usano materie prime di bassa qualità per abbreviare il periodo di funzionamenteo del prodotto.
L'obsolescenza psicologica, quando le mode ci inducono ad acquistare sempre l'ultimo modello perchè "alla moda"
L'obsolescenza politica, quando una nuova norma vieta l'uso di un determinato prodotto a favore di un altro.
Ma quando è nato questo concetto?? La prima volta che un'azienda si è posta il problema della durata di un bene è accaduto nel 1924, programmando una lampadina che non potesse durare più di 1000 ore. Negli anni '50 si è poi avuto il boom di questo fenomeno, rendendo il consumatore sempre più insoddisfatto se non riusciva a comprare l'ultimo modello di un prodotto. E da lì è stato un crescendo fino a diventare un tutt'uno con il nostro modo di vivere.
E allora, stampanti, lavatrici, fruste per dolci, ferri da stiro, tutto quello che viene prodotto ha delle "rotture" programmate. Basterà inserire una ghiera di plastica o dei cuscinetti che si arrugginiscono perchè non in acciaio; in poche parole abbassando la qualità dei materiali si massimizzano i profitti.
Come difenderci?? Abbastanza difficile districarci tra la giungla di offerte, però possiamo iniziare a porci domande prima dell'acquisto: E' un oggetto riparabile?? Ci saranno pezzi di ricambio? Le batterie sono estraibili?
Approfittiamo di questo periodo di grande crisi per uscire dall'economia dell'usa e getta cercando di ritornare all'economia del riuso e riciclo. Non è reale il concetto che se compriamo più beni aiutiamo l'economia, è vero il contrario, se i beni sono più durevoli avremo più soldi da spendere e quindi l'economia non si fermerà.
Adottiamo i principi della Decrescita Felice, il movimento creato da Maurizio Pallante , come allungare la vita delle cose,
rifiutando la logica dell’ “ultimo modello”.
Approcciamoci ad uno stile di vita che fonda sulle quattro R (riduzione, riuso, recupero, riciclaggio) impegnandoci a
diffonderlo il più possibile e con tutta la creatività di cui siamo capaci in
ambito familiare, tra gli amici, sul posto di lavoro. Usciamo dalla cortina di nebbia in cui ci hanno relegato ed iniziamo a pensare con le nostre teste ma, sopratutto, con le nostre tasche.
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