Sono da poco rientrata da una full immersion ad Expo e vi confesso che mi é piaciuto molto. Ho trascorso tre giorni con la mia famiglia ed anche avendolo girato in lungo ed in largo non siamo riusciti a visitare tutti i padiglioni, anche se credo che abbiamo visto i più belli.
Abbiamo trascorso tre interi giorni in Expo, iniziavamo la visita alle 10 del mattino fino alle 19.00 del pomeriggio girando per i vari padiglioni. Il primo giorno abbiamo iniziato dal Padiglione zero, e sembrava di entrare in un'enorme biblioteca. Il tema di questo padiglione era "Nutrire il pianeta", energia per la vita". Una serie di spazi che ripercorrono la storia dell’uomo sul pianeta e del suo rapporto con il cibo: dall’invenzione dell’agricoltura e dell’allevamento, all’esigenza di conservare il cibo, ai progressi della tecnica, ai paradossi del mondo moderno - lo spreco alimentare, i cibi quotati in borsa.
Da lì siamo poi passati sul Decumano, la strada principale dell'immensa esposizione, circa 1 milione di metri quadrati. Muniti di cartine siamo andati per ordine a visitare tutti i padiglioni di cui avevo letto buone recensioni ed altri che stuzzicavano la nostra curiosità. E così siamo passati dal Belgio, al Nepal, al Bahrain all'Angola che è uno di quelli che mi è piaciuto perchè si caratterizza per la forma stilizzata di un Baobab africano installato al centro della struttura e rappresenta un vero e proprio viaggio attraverso il cibo angolano.
Siamo passati poi all'Irlanda dove abbiamo intrapreso un viaggio indimenticabile attraverso la campagna irlandese e lungo la selvaggia costa Atlantica e dove mi è venuta l'ispirazione per una prossima vacanza.
Abbiamo trascorso tre interi giorni in Expo, iniziavamo la visita alle 10 del mattino fino alle 19.00 del pomeriggio girando per i vari padiglioni. Il primo giorno abbiamo iniziato dal Padiglione zero, e sembrava di entrare in un'enorme biblioteca. Il tema di questo padiglione era "Nutrire il pianeta", energia per la vita". Una serie di spazi che ripercorrono la storia dell’uomo sul pianeta e del suo rapporto con il cibo: dall’invenzione dell’agricoltura e dell’allevamento, all’esigenza di conservare il cibo, ai progressi della tecnica, ai paradossi del mondo moderno - lo spreco alimentare, i cibi quotati in borsa.
Da lì siamo poi passati sul Decumano, la strada principale dell'immensa esposizione, circa 1 milione di metri quadrati. Muniti di cartine siamo andati per ordine a visitare tutti i padiglioni di cui avevo letto buone recensioni ed altri che stuzzicavano la nostra curiosità. E così siamo passati dal Belgio, al Nepal, al Bahrain all'Angola che è uno di quelli che mi è piaciuto perchè si caratterizza per la forma stilizzata di un Baobab africano installato al centro della struttura e rappresenta un vero e proprio viaggio attraverso il cibo angolano.
coltivazione idroponica al padiglione Belgio |
Le case dell'acqua |
Siamo passati poi all'Irlanda dove abbiamo intrapreso un viaggio indimenticabile attraverso la campagna irlandese e lungo la selvaggia costa Atlantica e dove mi è venuta l'ispirazione per una prossima vacanza.
Proseguendo lungo il decumano ci siamo fermati in Malesya poi in Corea dove ci è stato posto il seguente interrogativo "Cosa dobbiamo mangiare, come dobbiamo mangiare e fino a quando possiamo mangiare in modo sostenibile?". Ci hanno parlato dell'Hansik, cibo fermentato tipico della corea e siamo passati in una grande sala dove un gioco di colori rappresentava le giare "moon jar" tipiche per la fermentazione del cibo.
E ci siamo incuriositi a tal punto che abbiamo deciso di pranzare la ristorante coreano per assaggiare queste specialità. E questa è una nota dolente, perchè punto in comune di tutti i ristoranti nei padiglioni, i costi erano davvero spropositati. Quello che invece mi ha colpito sono state le case dell'acqua, installazioni che erogavano acqua sia minerale che naturale per promuovere il valore dell’acqua pubblica unito al tema del rispetto ambientale.
Nel pomeriggio abbiamo proseguito in Thailandia, Cina e Colombia concludendo così il nostro primo giorno.
Il secondo giorno abbiamo ripreso dove avevamo lasciato e ci siamo diretti al padiglione degli Emirati Arabi uno degli spazi più spettacolari dell’esposizione, interessante anche per i contenuti. Sembrava di passare attraverso le dune del deserto per poi terminare la visita in una cinema modernissimo dove si viene introdotti al personaggio di Sara, che racconta la sua storia tra tradizione e modernità.
Accanto c'era il padiglione Azerbaigian, rinomato per essere stato progettato da un team di architetti Italiani. Anche qui tra fiori colorati e suoni ci hanno dato l'impressione di essere trasportati in un luogo magico.
Il Kazakistan mi ha sorpreso in positivo, non mi apsettavo un padiglione così ben articolato da un paese che conoscevo davvero poco. Ma dopo la visita ho imparato qualcosa, Per esempio che in Kazakistan coltivano mele grandi un chilo e che pescano enormi storioni . Molto simpatico all'inizio l’artista che con la sabbia crea in diretta la storia del Paese e come show finale il video promozionale finale in 4D in cui si vola tra i monti e la capitale Astana.
Il Padiglione UK rappresentava un alveare |
E prima di arrivare in Piazza Italia, il centro dell'esposizione abbiamo ancora visitato Bielorussia, Regno Unito, Polonia, Olanda, Francia, Israele e Brasile dove ci siamo cimentati in un'arrampicata su un ponte di corda sospeso.
In Israele con una serie di tre filmati divertenti ed efficaci, con ampio uso di tecnologia all'ultimo grido, ci è stato spiegato che nel Negev, una grande zona desertica da decenni si sperimentano colture e metodi agricoli davvero innovativi. Voi lo sapevate che ci sono i semi adatti all'acqua salata? Che si può irrigare goccia a goccia senza sprechi? Che i pomodorini ciliegini vengono da Israele? Io no, e l'ho scoperto ad Expo.
Per entrare a palazzo Italia abbiamo dovuto fare 45 minuti di coda e li abbiamo fatti volentieri perchè ci aspettavamo qualcosa di unico. Ma, ahimè,le nostre aspettative sono state deluse. Si veniva introdotti in una prima sala dove artigiani del cambiamento raccontavano la loro storia, in una seconda sala completamente ricoperta di specchi per poi passare in una terza sala dove venivano proiettate immagini di famosi monumenti Italiani. Il percorso continuava in una sala di proiezione dove forse, e ribadisco il forse, il percorso avrebbe dovuto avere una conclusione, ma l'ultima proiezione terminava alle ore 17.00 e noi eravamo arrivati alle 17.01. Ma la cosa che mi ha dato più fastidio era che il padiglione avrebbe chiuso alle 23.00 e che la fila per entrare era interminabile, per cui centinaia di persone, oltre noi, sarebbero rimaste deluse.
Il terzo ed ultimo giorno abbiamo deciso di prendere la navetta interna ad Expo e di iniziare la visita dalla fine. La prima sosta l'abbiamo fatta al padiglione del Giappone, uno dei più rinomati. Ed infatti le aspettative non sono state deluse. I giapponesi sono bravi a coniugare le loro due anime: quella seria, ingegneristica, molto puntuale e rigorosa; e quella scanzonata e sorridente, che a noi sembra anche un po’ ridicola, stile karaoke. E se nei primi spazi del padiglione Expo si viaggia attraverso suggestioni belle ma un po’ inutili, poi il percorso diventa più interessante sviluppando soluzioni per il pianeta, fino ad arrivare al ristorante del futuro, dove si interagisce con un paio di bacchette.
Risalendo ci siamo fermati ai padiglioni dell'Oman, Indonesia dove mio figlio ha subito assaggiato gli spiedini di pollo con salsa al curry, Turkmenistan, Qatar, Russia, Stati Uniti, Austria, Kuwait e Germania. E questi ultimi due mi sono piaciuti molto.
Il Kuwait aveva riprodotto all'esterno del padiglione le vele della loro tipica imbarcazione da pesca mentre la Germania era un museo della scienza di ultima concezione: chi fosse interessato ad approfondire i concetti potrebbe starci dentro ore intere. I tedeschi sono stati molto bravi sia nel proporre i concetti legati all’alimentazione del futuro, alla conservazione della biodiversità, all’importanza del clima, dell’acqua e della terra, sia nel creare un percorso che coinvolge grandi e piccoli. Si passava poi al giardino delle idee e si concludeva la vista con uno show sulle api molto divertente.
Proseguendo ci siamo fermati in Ecuador dove alcuni filmati ci hanno mostrato la bellezza del paese, in Austria, che mi è piaciuto molto perchè era stato riprodotto un bosco da attraversare, ma non siamo riusciti ad entrare nel padiglione Svizzera, in quanto c'era bisogno di una prenotazione per l'ingresso e non avevamo il tempo di aspettare.
Dopo esserci rifocillati abbiamo atteso che aprisse L'open air theatre perchè avevamo i biglietti per assistere allo spettacolo ALLA VIDA del Cirque du Soleil, che è stato emozionante come sempre.
E' stato stancante, abbiamo camminato tanto e faceva caldissimo, ma il bilancio per noi è stato positivo. I bambini hanno appreso tante notizie e visto immagini di paesi lontani e diversi tra loro. Ho sentito tanti commenti negativi su Expo, ma io continuerò a consigliarlo a chi mi chiederà se vale la pena di andarci, perchè è senz'altro un 'esperienza da vivere.
1 commento:
che meraviglia ^_^ iresci sempre a portarci nei posti che visiti con la tua bellissima famiglia, grazie!
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