Sant’Agata dei Goti, borgo in provincia di
Benevento, sorge a picco su uno sperone di tufo nella
Valle Caudina, alle falde del Monte Taburno.
Arroccata
tra il Martorano e il Riello, due affluenti del fiume Isclero, la cittadina ha
origini antichissime. Sorta probabilmente sui resti dell’ antica città
Saticula, abitata dai Sanniti e venuta a contatto più
volte con Roma, nel corso del VI secolo venne dedicata all’omonima santa.
Infeudata poi alle più grosse famiglie della nobiltà napoletana, è appartenuta ai Della Ratta, agli
Acquaviva, ai Coscia e ai Carafa.
Sede vescovile fin dal X secolo, tra i
vescovi che la ressero si ricordano Felice Peretti, Papa Sisto V e Sant’Alfonso
de’ Liguori, autore della nenia
natalizia “Tu scendi dalle stelle”.
L’insediamento urbano, collocato sopra un costone tufaceo circoscritto da profonde forre, ha mantenuto inalterata la sua bellezza, arricchitosi nel tempo di interessanti realtà architettoniche, che motivano e rendono interessante una visita.
Noi ci andiamo almeno una volta l’anno da
quasi 20 anni per far visita a dei cari amici della famiglia di Husband ed è
sempre un immenso piacere per me camminare per le antiche strade e respirare i
ricordi del suo glorioso passato.
Quest’anno con Enzo siamo andati un po’ a
zonzo per la vecchia città ed abbiamo riscoperto i lavatoi dove un tempo le
donne andavano a lavare i panni ma che, strano in un’epoca così tecnologica,
sono ancora usati dalle donne del paese.
La vista del paese a strapiombo dal lato
del ponte è semplicemente spettacolare, così come l’atmosfera di semplice autenticità
che ancora si riesce a percepire. E’ come essere catapultati indietro nel
tempo. Eppure è solo un’impressione, perché Sant’Agata dei goti è una cittadina
cresciuta molto negli ultimi anni dinamica e con molteplici attività turistiche
ed enogastronomiche.
Sant’Agata
dei Goti è anche terra di grandi vini ed è proprio qui che si trova l’azienda
Mustilli. La famiglia Mustilli giunse a Sant’Agata dei Goti all’inizio del
‘500: proveniva da Ravello, allora cittadina della gloriosa Repubblica
d’Amalfi, e scelse il borgo sannita come nuova terra di lavoro.
La
cultura del vino si intreccia da sempre con la storia familiare come ancora
oggi documentano le straordinarie cantine scavate nel tufo sotto il palazzo di
famiglia dove vengono invecchiati vini pregiati, quali Falanghina, Aglianico e
Piedirosso.
Io ci torno sempre volentieri, in primis
perché so di trovare amici che ti accolgono con sincero affetto e poi perché
qui è facile interrompere il ritmo frenetico della quotidianità.
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