L’arancia, frutto tondeggiante, con la
buccia spessa, la polpa succosa, profumato, zuccherino, ricco di acido
ascorbico, è prodotto dall’albero dell’arancio detto Citrus Sinensis, originario della
Cina.
Questo
tipico frutto invernale sarebbe stato importato in Europa però soltanto
nel XIV secolo da marinai e colonizzatori portoghesi e forse questa è una delle ragioni
per cui in Napoletano si chiama “Purtuallo”
Ma l’ipotesi più affascinante
sull’origine del nome di questo agrume è
forse anche la più credibile: la
parola deriverebbe addirittura dal Greco “portokalia” (o portokalòs!), che significherebbe, appunto,
arancia.
Questo spiegherebbe anche perché
molte lingue orientali abbiano declinazioni di “purtuall'” come nome proprio
dell’agrume.“
Però
sappiamo che ai Romani era nota una
varietà amara, detta melangola,
che mia nonna in dialetto chiamava “Purtuallaro” : Questi agrumi sono talmente
aspri che non si possono mangiare ma sono ottimi per preparare la marmellata di
arancia amara.
Bisogna
tenere gli agrumi in acqua x 3 giorni, dopo averli bucati con i rebbi di una
forchetta, cambiando l’acqua ogni giorno. Dopo tre giorno bisogna , con tanta
pazienza, sbucciarli e togliere tutti i semi.
La polpa andra’ sistemata
direttamente nella pentola mentre le bucce si dovranno pulire da tutta la parte
bianca, che risulterebbe troppo amara, e poi tagliata a julienne; i seml
invece, posti in un velo legato, perché grazie alla pectina naturale che
contengono, permettono alla marmellata di condensarsi.
Per quanto
riguarda lo zucchero io aggiugno 600 gr
di zucchero di canna per ogni chilo di polpa.
Faccio cuocere a fuoco medio per 30 minuti poi frullo con il minipimer e
lascio cuocere ancora fino a che non si gelatinifica.
Una volta
sistemata la marmellata nei barattoli li chiudo e li capovolgo in modo che
raffrendandosi si crea il sottovuoto.
E dato
che, condivisione è aggregazione, quale miglior modo di trascorrere un
pomeriggio insieme alle mie amiche preparando la marmellata.
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